3.1 Codec e formati di registrazione: RAW, ProRes, H.265

di Mara Verna

Una volta catturata dal sensore, l’immagine grezza è un’enorme mole di dati. Per poterla salvare, è necessario codificarla attraverso un codec (un algoritmo di COmpressione-DECompressione). Questa scelta non è puramente tecnica, ma una decisione strategica che definisce l’intero flusso di lavoro, bilanciando tre fattori in perenne conflitto: qualità dell’immagine, flessibilità in post-produzione e dimensioni dei file.

IL NEGATIVO DIGITALE: FORMATI RAW

Il formato RAW è un tipo di registrazione che conserva tutti i dati grezzi catturati dal sensore della camera, senza applicare compressioni o elaborazioni interne. È considerato il “negativo digitale”. La sua forza risiede nella flessibilità assoluta che offre in post-produzione. Parametri come bilanciamento del bianco, esposizione e curva tonale, non sono “impressi” nell’immagine, ma possono essere modificati in modo non distruttivo, offrendo al colorist un controllo creativo totale. Formati proprietari come ARRIRAW, REDCODE (R3D) o Blackmagic RAW (BRAW) sono lo standard per le produzioni di alto livello. Lo svantaggio è logistico: i file sono estremamente pesanti, richiedendo grandi capacità di archiviazione e notevole potenza di calcolo.

IL CAMPIONE DELLA POST-PRODUZIONE: PRORES

Sviluppato da Apple, il codec ProRes è lo standard per la post-produzione professionale. È un formato compresso, ma “visivamente lossless”, che offre un compromesso ideale. Mantiene una profondità di colore e una qualità d’immagine molto elevate (tipicamente a 10 o 12-bit), ma con dimensioni di file significativamente più gestibili rispetto al RAW. La sua compressione intra-frame (o All-I), dove ogni fotogramma è compresso singolarmente, lo rende poco esigente per la CPU (Central Processing Unit: è il componente che ha il compito di decodificare i file video compressi per poterli mostrare in tempo reale sulla timeline del software) in fase di montaggio, garantendo una riproduzione fluida. Varianti come ProRes 422 HQ sono perfette come formati di acquisizione di alta qualità, mentre altre versioni sono usate per creare file “proxy” a bassa risoluzione per un montaggio più agile.

IL RE DELLA DISTRIBUZIONE: H.265 (HEVC)

Se il RAW è il punto di partenza e il ProRes è il compagno di viaggio, l’H.265 (High Efficiency Video Coding) è la destinazione finale. È un codec di distribuzione, progettato per la massima efficienza di compressione. Utilizzando una complessa compressione inter-frame (Long GOP), che registra solo le differenze tra i fotogrammi, produce file estremamente leggeri, ideali per lo streaming online (Netflix, YouTube) e i supporti Blu-ray 4K. Tuttavia, questa efficienza ha un costo: i file H.265 sono molto pesanti da elaborare in fase di montaggio e la forte compressione degrada le informazioni cromatiche, rendendoli inadatti a un color grading intensivo.

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