2.3 Il dialogo con la fotografia: la danza tra luce e suono

di Barbara De Santis

Il rapporto tra microfonista e Direttore della Fotografia[1] (D.O.P.) è una delle collaborazioni più delicate sul set. Da una parte c’è l’esigenza di avere il microfono a giraffa[2] (boom[10]) il più vicino possibile agli attori per catturare un suono pulito e naturale; dall’altra, la necessità del D.O.P. di avere un’inquadratura[4] libera da microfoni, aste e ombre indesiderate.

Il primo passo è conoscere le ottiche: con un grandangolo[5], il campo visivo[6] è molto ampio e diventa quasi impossibile avvicinarsi con il boom senza entrare in quadro. Con ottiche più lunghe, invece, il microfonista può lavorare più vicino, ma deve comunque coordinarsi con il reparto luci per evitare di proiettare ombre.

Ogni giorno sul set c’è una negoziazione continua: il microfonista deve capire i limiti dell’inquadratura, adattarsi ai movimenti di macchina[3] e trovare il giusto compromesso tra suono e immagine. È un lavoro di precisione e dialogo costante.

Il fonico di presa diretta[7] e il microfonista, insieme, devono praticare una vera “diplomazia della fisica”: non si tratta solo di segnalare problemi tecnici (“c’è troppo riverbero[8]”), ma di spiegarne le conseguenze produttive. Per esempio, un dialogo girato[11] in un ambiente rumoroso o troppo riverberante costringerà la produzione a rifare le battute in doppiaggio[9] (ADR), con perdita di tempo, budget e naturalezza.

In sintesi, un buon microfonista non è solo un tecnico del suono, ma un mediatore creativo, capace di comprendere l’immagine, prevedere i problemi e collaborare con ogni reparto per ottenere la miglior resa possibile — invisibile all’occhio, ma perfettamente udibile all’orecchio.

Glossario
1. Direttore della Fotografia ( Direttore della Fotografia )

Il Direttore della Fotografia (DOP, Director of Photography) è il responsabile dell'aspetto visivo e tecnico di una produzione cinematografica. Il suo compito principale è tradurre la visione del regista in immagini, attraverso la gestione della luce, delle ombre, delle inquadrature e della composizione. Lavora a stretto contatto con il regista, la troupe tecnica e altri reparti (come scenografia, costumi e trucco) per definire lo stile visivo del film, scegliere l'attrezzatura (telecamere, obiettivi, luci) e supervisionare la ripresa, garantendo coerenza e qualità dall'inizio alla post-produzione. 

2. microfono a giraffa.

Il microfono a giraffa o boom è in realtà un'asta microfonica con un braccio lungo e snodato che termina con un microfono. Chiamata così per la sua somiglianza con il collo di una giraffa, questa attrezzatura viene usata nel cinema, nella televisione e in ambito live per posizionare il microfono in modo flessibile e preciso, ad esempio sopra gli attori o gli strumenti sul palco, garantendo una cattura audio ottimale e una maggiore libertà di movimento agli operatori. 

3. movimenti di macchina.

Qualsiasi spostamento o rotazione della macchina da presa durante una ripresa. I movimenti (come panoramiche, carrelli, dolly, steadycam, gimbal, crane) vengono utilizzati per seguire un soggetto, descrivere uno spazio, o aggiungere dinamismo e valore espressivo all'inquadratura.

4. inquadratura.

L'unità minima del linguaggio cinematografico. Tecnicamente, è la porzione di spazio (fisico o virtuale) delimitata dai bordi dell'obiettivo della macchina da presa. Nel montaggio, corrisponde a una registrazione continua tra due stacchi (tagli).

5. grandangolo.

Un obiettivo con una lunghezza focale corta. Cattura un campo visivo molto ampio, tende a esagerare la prospettiva e aumenta la percezione della profondità (facendo apparire gli oggetti lontani più piccoli e distanti). Viene usato per enfatizzare gli ambienti o per trasmettere un senso di sopraffazione del soggetto.

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