3.2 Modellare l’immagine: supporti e movimenti di macchina

di Aurora De Paulis e Barbara De Santis

La scelta dei movimenti di macchina[1] è una decisione artistica che conferisce all’immagine il suo carattere finale, influenzando il ritmo, la prospettiva[5] e la percezione emotiva della scena.

SISTEMI DI SUPPORTO E MOVIMENTO

Il movimento della macchina da presa[2] è uno degli elementi più espressivi e potenti del linguaggio cinematografico. Ogni supporto possiede una propria “voce” e influenza la percezione dello spazio, del tempo e dei personaggi. I sistemi di supporto sono: Base, Manuali e Portatili, su Rotaie o Veicoli, Aerei o Verticali, Avanzati e Virtuali.

  • Treppiede e Testa Fluida: base di ogni ripresa stabile, consente movimenti controllati di pan (orizzontale) e tilt (verticale). È il punto di partenza per costruire un linguaggio visivo[3] sobrio e preciso.
  • Monopiede e Shoulder Rig[9]: il monopiede offre mobilità e rapidità, ideale per reportage o scene dinamiche. Il rig da spalla restituisce un movimento più umano e vibrante, evocando lo sguardo di chi vive la scena in prima persona.
  • Slider: piccolo binario da treppiede, permette spostamenti brevi e fluidi, perfetti per dettagli o interviste.
  • Steadicam e Gimbal[8]: la Steadicam, sistema meccanico indossato dall’operatore, isola la camera dai movimenti del corpo. È fluida, naturale, “respirata”: perfetta per lunghi piani sequenza. Il Gimbal, stabilizzatore elettronico su tre assi, corregge digitalmente ogni vibrazione. Produce immagini estremamente stabili, ideali per azioni rapide o movimenti stilizzati. La scelta tra i due è estetica: Steadicam per una fluidità organica, Gimbal per una precisione quasi sovrumana.
  • Dolly[10]: carrello su rotaie, garantisce movimenti lineari stabili e ripetibili:
    • Carrellata[7] in avanti (push-in): avvicina lo spettatore all’intimità del personaggio.
    • Carrellata all’indietro (pull-out): rivela spazio, distanza o solitudine.
  • Crane, Jib e Drone: Il Crane o Jib consentono movimenti verticali ampi e solenni, spesso usati per aperture o chiusure di scena. Il Drone estende la prospettiva oltre lo spazio umano, creando visioni aeree o prospettiche che amplificano il respiro visivo del film.
  • Motion Control e Virtual Camera: Il motion control, braccio robotizzato programmabile, permette di ripetere movimenti identici per effetti visivi complessi. Nella virtual production[4], la virtual camera replica i movimenti reali dentro ambienti 3D creati con motori come Unreal Engine, unendo tecnica e immaginazione.

Il movimento di macchina è un atto di scrittura visiva: ogni supporto, dal treppiede al drone, non serve solo a muovere la camera, ma a muovere lo sguardo e l’emozione dello spettatore.

Glossario
1. movimenti di macchina.

Qualsiasi spostamento o rotazione della macchina da presa durante una ripresa. I movimenti (come panoramiche, carrelli, dolly, steadycam, gimbal, crane) vengono utilizzati per seguire un soggetto, descrivere uno spazio, o aggiungere dinamismo e valore espressivo all'inquadratura.

2. macchina da presa.

macchina da presa: apparecchiatura utilizzata per registrare le immagini in un film o in una produzione video. Essa comprende il corpo principale della macchina, l’obiettivo, i meccanismi di registrazione e altri accessori necessari per catturare le immagini.

3. linguaggio visivo.

L'insieme di tutte le scelte stilistiche (composizione, illuminazione, colore, movimenti di macchina) utilizzate in modo coerente per comunicare la storia, le emozioni e i temi di un film. Come un linguaggio parlato ha parole e grammatica, quello visivo usa le immagini per trasmettere significati che vanno oltre il dialogo.

4. virtual production.

(VP) Acronimo di Virtual Production. È un metodo di produzione che fonde riprese live-action (attori reali) con ambienti 3D (spesso generati da Unreal Engine) in tempo reale. Utilizza grandi schermi LED al posto del green screen, permettendo a regista e D.O.P. di vedere l'inquadratura finale, con effetti visivi e luci integrate, direttamente sul set.

5. prospettiva.

La rappresentazione della tridimensionalità (profondità) su un'immagine bidimensionale. In cinematografia, si riferisce alla percezione della relazione spaziale tra gli oggetti e tra il soggetto e lo sfondo. La prospettiva non è determinata dalla lente, ma dalla distanza della camera dal soggetto. Le lenti (grandangolari o teleobiettivi) si limitano a "esagerare" o "comprimere" questa relazione.

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