Tutte queste convenzioni rispondono a un unico principio: la continuità come invisibilità. Il découpage classico è il trionfo della chiarezza narrativa e dell’equilibrio formale. Ogni taglio, ogni raccordo lavora silenziosamente per far credere che il mondo del film esista davvero, costruendo un’illusione così perfetta da far dimenticare che, dietro, c’è un montaggio.
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Principio cardine della continuità visiva (continuity system) che definisce lo spazio scenico in cui può muoversi la macchina da presa. Immaginando una linea retta che unisce due personaggi (l'asse dell'azione), la regola impone che la camera rimanga sempre all'interno del semicerchio di 180° situato da un lato di questa linea.
Rispettare questo confine garantisce che i personaggi mantengano coerentemente la loro posizione sullo schermo (uno a destra, l'altro a sinistra) e la corretta direzione degli sguardi. Oltrepassare la linea (scavalcamento di campo) inverte improvvisamente le posizioni dei soggetti, disorientando lo spettatore, a meno che l'infrazione non sia motivata da precise scelte stilistiche o drammaturgiche.
(Cut on action) Tecnica di montaggio che prevede di effettuare il taglio da un'inquadratura all'altra proprio mentre il soggetto compie un'azione fisica (es. sferrare un pugno, aprire una porta, alzarsi dalla sedia).
Il principio si basa sul fatto che l'occhio dello spettatore, seguendo la dinamica del gesto, "ignora" il cambio di inquadratura. Questo rende il taglio praticamente invisibile e fluido, garantendo la continuità dell'azione attraverso due punti di vista differenti. È uno dei pilastri fondamentali del continuity system (o montaggio invisibile).
Termine francese (letteralmente "taglio" o "ritaglio") che indica la suddivisione analitica della sceneggiatura letteraria in singole inquadrature numerate.
È l'atto creativo fondamentale con cui il regista traduce la narrazione scritta in linguaggio visivo, decidendo punto di vista, piani, angolazioni, movimenti di macchina e raccordi. Il risultato pratico è il découpage tecnico (o sceneggiatura tecnica), il documento di lavoro essenziale sul set che elenca, scena per scena, tutte le inquadrature necessarie per il montaggio finale, spesso affiancato dallo storyboard. In ambito teorico, il découpage classico si riferisce allo stile hollywoodiano (invisibile) volto a mantenere la continuità spazio-temporale e l'immersione dello spettatore.
macchina da presa: apparecchiatura utilizzata per registrare le immagini in un film o in una produzione video. Essa comprende il corpo principale della macchina, l’obiettivo, i meccanismi di registrazione e altri accessori necessari per catturare le immagini.
Tipo di passaggio tra due inquadrature dello stesso soggetto che mantengono lo stesso asse di ripresa (stessa angolazione), ma variano nella distanza o nella lunghezza focale (ingrandimento).
Perché il taglio risulti fluido e non sia percepito come un errore (o un salto immotivato), la variazione di grandezza scalare tra le due immagini deve essere netta e marcata (ad esempio, passando da un Campo Medio a un Primo Piano). Se la differenza è troppo sottile, lo spettatore percepisce uno sgradevole scatto dell'immagine; per evitare ciò, si consiglia spesso di seguire la regola dei 30 gradi (spostando la macchina da presa), a meno che non si cerchi intenzionalmente l'effetto di avvicinamento improvviso e drammatico tipico di questo raccordo (molto usato, ad esempio, nel cinema di Hitchcock o nei film d'azione).





