4.6 La rivoluzione LED: versatilità, efficienza e controllo

di Mara Verna

L’avvento della tecnologia LED[11] (Light Emitting Diode) ha rappresentato la più significativa trasformazione nell’illuminazione cinematografica dai tempi dell’introduzione degli HMI[12]. Se il tungsteno ha definito il calore e la qualità cromatica e gli HMI hanno dominato per potenza e luce diurna, i LED hanno introdotto un paradigma[7] completamente nuovo, fondato su tre pilastri: versatilità, efficienza e controllo digitale. 

Il vantaggio più significativo dei LED risiede nella loro versatilità cromatica. A differenza del tungsteno e degli HMI, che hanno una temperatura colore[4] fissa, gli illuminatori LED offrono un controllo granulare e istantaneo sul colore della luce.

  • Bi-Color[8]: i modelli più comuni permettono di variare in modo continuo la temperatura colore, tipicamente da 3200 K (tungsteno) a 5600 K (daylight[9]), semplicemente ruotando una manopola. Questo elimina la necessità di utilizzare gelatine correttive[1] (CTO/CTB), velocizzando enormemente il lavoro sul set.
  • RGBWW[13]: i modelli più avanzati (spesso indicati come RGB, RGBW o RGBWW) integrano diodi rossi, verdi, blu, bianchi caldi e bianchi freddi. Questa configurazione permette di generare milioni di colori, offrendo al D.O.P. una palette cromatica[5] completa per creare qualsiasi look[14] desiderato senza l’uso di gelatine colorate.
  • Effetti Speciali Integrati[2]: molti proiettori LED includono una libreria di effetti speciali pre-programmati (es. fulmini, luce di un televisore, fiamme di un falò, sirene della polizia), che possono essere sincronizzati e personalizzati per aggiungere realismo e dinamismo alla scena con estrema facilità.

I LED offrono due vantaggi cruciali sul set: un basso assorbimento di corrente, che permette di alimentare più luci da una singola linea elettrica domestica e l’alimentazione a batteria. Questo consente alle troupe di lavorare agilmente in location[10] senza accesso alla rete elettrica e di posizionare le luci in punti altrimenti impossibili da cablare. La bassa emissione di calore aumenta inoltre il comfort e la sicurezza per attori e troupe, permettendo di avvicinare le fonti luminose ai soggetti senza disagio.

Tuttavia, la qualità del colore rimane la principale criticità dei LED. A differenza dello spettro luminoso continuo del tungsteno, i LED producono luce attraverso uno spettro discontinuo[3]. I modelli di bassa qualità possono presentare “picchi” o “buchi” in determinate lunghezze d’onda, introducendo dominanti cromatiche (spesso verdastre o magenta) difficili da correggere e che rendono in modo innaturale le tonalità della pelle. Grazie ai progressi tecnologici, i produttori di fascia alta hanno quasi completamente superato questo limite, offrendo una qualità del colore paragonabile a quella delle fonti tradizionali.

Glossario
1. gelatine correttive.

Sottili filtri o fogli di poliestere colorato che vengono applicati davanti ai proiettori sul set per modificare la loro temperatura colore. Le più comuni sono le CTO (Color Temperature Orange), che scaldano una luce (es. da 5600 K a 3200 K), e le CTB (Color Temperature Blue), che la raffreddano.

2. effetti speciali integrati ( Effetti Speciali Integrati )

Funzionalità inclusa in molti moderni proiettori LED (specialmente RGBWW) che consiste in una libreria di effetti luminosi pre-programmati (es. luce di un fulmine, di un falò, di un televisore, di una sirena). Questi effetti possono essere personalizzati e sincronizzati per aggiungere realismo dinamico a una scena.

3. spettro discontinuo.

La caratteristica della luce prodotta dalla maggior parte dei LED (specialmente quelli economici). A differenza dello spettro continuo del tungsteno, quello discontinuo presenta "buchi" o "picchi" in alcune frequenze di colore. Questo può causare una resa cromatica imprecisa, introducendo dominanti (spesso verdi o magenta) e falsando le tonalità dell'incarnato.

4. temperatura colore.

(color temperature) La caratteristica dominante cromatica della luce emessa da una fonte luminosa. Non si riferisce al calore fisico, ma alla tonalità ("calda" o "fredda") della luce. Si misura in kelvin (K). Valori bassi (es. 3200 K) indicano una luce calda (arancione), mentre valori alti (es. 5600 K) indicano una luce fredda (blu).

5. palette cromatica.

La gamma selezionata di colori, tonalità e livelli di saturazione che vengono utilizzati in modo predominante in un film. È una scelta stilistica fondamentale, decisa in pre-produzione dal D.O.P. e dal Regista, per stabilire il "mood" generale e comunicare emozioni a livello subliminale.

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