3.7 Lenti sferiche vs. anamorfiche: estetica e caratteristiche visive (bokeh, flares)

di Mara Verna

La scelta dell’ottica è una delle decisioni più determinanti per l’identità visiva di un film. Oltre la lunghezza focale, la costruzione stessa della lente definisce la texture e la personalità dell’immagine. La distinzione fondamentale in questo ambito è tra lenti sferiche e anamorfiche, una scelta che contrappone la fedeltà ottica a una deliberata e stilizzata interpretazione della realtà.

Lenti sferiche: la rappresentazione fedele

Le lenti sferiche sono lo standard dell’industria cinematografica e fotografica. Proiettano sul sensore un’immagine geometricamente corretta, senza distorsioni intenzionali. L’immagine catturata rispecchia fedelmente la prospettiva e le proporzioni della scena reale. Questa purezza ottica si traduce in caratteristiche visive precise:

  • Bokeh circolare: I punti di luce fuori fuoco (bokeh) vengono resi come cerchi perfetti o poligoni regolari, a seconda del numero di lamelle del diaframma. L’effetto è naturale e pulito.
  • Flares simmetrici: I riflessi interni (lens flare), generati da una fonte di luce diretta, tendono a manifestarsi come aloni circolari o a forma di stella, in modo contenuto e simmetrico.

Lenti anamorfiche: la poesia dell’imperfezione

Le lenti anamorfiche nascono dall’esigenza storica di ottenere un’immagine panoramica (widescreen) su un fotogramma di pellicola standard. Utilizzano un elemento ottico cilindrico per comprimere (“spremere“) l’immagine sull’asse orizzontale, solitamente con un fattore di 2x o 1.8x. In fase di proiezione o post-produzione, l’immagine viene de-compressa, ripristinando le proporzioni corrette e generando il caratteristico aspect ratio panoramico (es. 2.39:1) sfruttando l’intera area verticale del sensore.

Questo processo ottico introduce una serie di “artefatti” che sono diventati la firma estetica del look cinematografico per eccellenza:

  • Bokeh Ovale: La compressione orizzontale fa sì che i punti di luce sfocati vengano resi come ovali verticali. Questo è l’elemento più riconoscibile dell’estetica anamorfica, capace di creare sfondi pittorici e onirici.
  • Flares Orizzontali: Le fonti luminose intense generano lens flare che si estendono orizzontalmente per tutta la larghezza dell’inquadratura, spesso con una caratteristica dominante bluastra. Questo effetto oggi è ricercato per il suo impatto drammatico e stilizzato.
  • Prospettiva e profondità di campo uniche: Le lenti anamorfiche creano una percezione della profondità di campo più ridotta rispetto a una lente sferica della stessa focale orizzontale, contribuendo a isolare i soggetti. Introducono anche una leggera distorsione ai bordi e una resa prospettica peculiare, che aggiunge un ulteriore livello di carattere visivo.

La scelta tra sferico e anamorfico non è quindi una questione di superiorità tecnica, ma di intento narrativo: si cerca una rappresentazione pulita e fedele della realtà o si desidera dipingere un mondo attraverso un filtro poetico e inconfondibilmente “cinematografico”?

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