5.3 L’Evoluzione del Cinema del Reale e le sue Caratteristiche

di Giorgia Vinciguerra

L’evoluzione del “cinema del reale” è un percorso che ha visto il cinema allontanarsi progressivamente dagli espedienti retorici, tendendo a una narrazione meno strutturata e a un approfondimento psicologico, spesso con l’intento di rompere l’illusione cinematografica per ricondurre lo spettatore alla realtà del film.

  1. Neorealismo: sviluppatosi in Italia nel dopoguerra, il Neorealismo ha avuto un’influenza enorme sul cinema mondiale, introducendo un “realismo poetico”. Film come Roma città aperta (1945, Roberto Rossellini) e Ladri di biciclette (1948, Vittorio De Sica) sono esempi emblematici. In Ladri di biciclette, la città di Roma stessa, con le sue strade e macerie, diventa protagonista, e la macchina da presa, portata in strada, immortala paesaggi urbani che si integrano alle vicende umane, caricando la città di forza espressiva e valore simbolico e documentario. Il neorealismo ha fatto mancare la netta separazione tra sfondo e figura, mostrando una realtà storica e sociale precisa.
  2. Cinema Sperimentale e Underground: questo filone ha abbandonato la narrazione tradizionale in favore di una “danza” libera di corpi e oggetti, interessata solo al ritmo e alla forma.
    Esempi includono:
    • Ballet mécanique (1924, Fernand Léger e Dudley Murphy): un’opera dadaista antinarrativa ed esuberante, che esplora il ritmo del montaggio attraverso immagini ripetute, rallentate e accelerate.
    • Un Chien Andalou (1929, Luis Buñuel e Salvador Dalí): un film surrealista che utilizza immagini oniriche e scioccanti, rompendo le convenzioni narrative.
    • Meshes of the Afternoon (1943, Maya Deren e Alexander Hammid): Un cortometraggio che esplora l’esperienza emotiva e la psiche attraverso immagini oniriche, ripetizioni e una manipolazione fluida della realtà, creando un ritratto di crescente disagio psicologico.
  1. Cinema Iper Reale Americano e Direct Cinema/Cinema Verità: questi stili documentaristici, nati tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60, mirano a catturare la realtà direttamente, spesso con telecamere leggere e a mano e suono sincrono.
    • l Direct Cinema osserva un soggetto senza interazione, cercando di essere il più obiettivo possibile. L’obiettivo è lasciare che gli spettatori formino le proprie opinioni. Un esempio è Point of Order! (1964). Il cinema iperreale americano, pur non avendo una definizione univoca, può riferirsi a un approccio che mira a rimuovere il “filtro cinematografico” tra pubblico e soggetto, con attori che reagiscono agli eventi scoprendo la storia in tempo reale, portando a dialoghi più naturali e sovrapposti.
    • Il Cinema Verità (o Cinéma Vérité), sviluppato in Francia da Jean Rouch, inserisce il cineasta nella materia del documentario, ponendo domande e offrendo opinioni per provocare la verità. Un esempio è Cronaca di un’estate (1961, Jean Rouch e Edgar Morin), che ha utilizzato audio sync e 16mm per un’inchiesta sulla felicità, cercando di superare l’opposizione tra cinema romanzesco e documentaristico.

Le caratteristiche generali del “cinema del reale” includono:

  • Abbandono di espedienti retorici: una tendenza a eliminare artifici narrativi e stilistici per un’osservazione più diretta.
  • Tendenza meno narrativa: spesso presenta lunghe pause descrittive e meno enfasi su una trama lineare.
  • Profondità psicologica: ampio spazio dedicato all’approfondimento psicologico dei personaggi o delle situazioni.
  • Rottura dell’illusione: l’obiettivo è ricondurre lo spettatore all’unica realtà effettiva, quella del film, rompendo la convenzione della rappresentazione verosimile.

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