- Autonomia e cinema sociale: De Seta ha sviluppato un cinema autonomo, profondamente radicato nell’osservazione della realtà sociale.
- Stile basato su montaggio e suoni diegetici: i suoi documentari sono spesso presentati senza voice-over, lasciando che le immagini e i suoni diegetici (provenienti dalla scena) parlino da soli, creando un’esperienza immersiva. Il suo montaggio ritmico aggiungeva drammaticità alle cronache.
- Panoramiche della vita popolare: ha saputo cogliere le grandi trasformazioni del pianeta nei microcosmi delle tradizioni popolari, offrendo un ritratto autentico della vita delle comunità.
- Tecniche di ripresa e coinvolgimento dello spettatore: le sue tecniche di ripresa e montaggio miravano a coinvolgere lo spettatore, rendendolo parte di un mondo verosimile.
Esempi rappresentativi dei suoi film includono:
- Lu tempu di li pisci spata (1954): documenta la lunga e estenuante attesa dei pescatori di pesce spada in Sicilia.
- Isole di fuoco (1954): un ritratto poetico della vita sulla costa siciliana prima, durante e dopo un’eruzione vulcanica.
- Surfarara (1955): esplora la durezza e la bellezza della vita dei minatori di zolfo e delle loro famiglie nel sud Italia.





