5.2 Le componenti di un dialogo efficace

di Patrick Milano

Ogni personaggio in una sceneggiatura[2] deve possedere una voce unica e riconoscibile, un’impronta verbale che lo distingua da tutti gli altri. Questa voce non è una scelta stilistica arbitraria dello sceneggiatore, ma il riflesso diretto delle tre dimensioni del personaggio analizzate in precedenza.

Gli elementi che costituiscono la voce di un personaggio includono:

  • Lessico e Scelta delle Parole. Il vocabolario di un personaggio è un indicatore immediato della sua educazione, classe sociale, professione e interessi. Un accademico userà termini specialistici, un adolescente lo slang del momento, un criminale un gergo specifico.
  • Ritmo e Struttura della Frase. La sintassi rivela lo stato mentale e il temperamento. Un personaggio impulsivo e ansioso potrebbe usare frasi brevi, spezzate e interrogative. Un personaggio riflessivo e pacato potrebbe costruire periodi più lunghi e complessi. Il ritmo del parlato è un potente strumento di caratterizzazione[1].
  • Tono di Voce. Il tono generale con cui un personaggio si esprime (sarcastico, ingenuo, autoritario, insicuro) rivela il suo atteggiamento verso la vita, verso gli altri e verso la situazione specifica in cui si trova. È una manifestazione diretta della sua psicologia.
  • Dialetto[4] e Influenze Culturali. La provenienza geografica e il background culturale modellano l’accento, le espressioni idiomatiche e la cadenza. Questi elementi, se usati con accuratezza e sensibilità, possono arricchire enormemente la specificità e l’autenticità di un personaggio.

Una delle dicotomie più potenti per creare personaggi complessi e dialoghi stratificati è la distinzione tra il desiderio (Want) e il bisogno (Need) di un personaggio. Questo conflitto[5] interno è spesso il motore invisibile che guida le sue conversazioni.

Il dialogo più avvincente nasce proprio dalla tensione tra questi due livelli. Il personaggio parla e agisce in funzione del suo desiderio, ma le sue parole, le sue esitazioni, le sue reazioni emotive e le sue scelte di linguaggio tradiscono il suo bisogno più profondo. Questo divario tra ciò che viene detto (legato al desiderio) e ciò che viene inteso (legato al bisogno) è la fonte principale del sottotesto[3].

Glossario
1. caratterizzazione.

(characterization) Il processo (nella scrittura e nella regia) di costruzione e rivelazione della personalità, della psicologia e del background di un personaggio. Il dialogo (il suo lessico, ritmo, sintassi) è uno degli strumenti principali di caratterizzazione.

2. sceneggiatura.

La sceneggiatura è il progetto scritto e strutturato di un film, che contiene le descrizioni di ogni scena, i dialoghi, le azioni dei personaggi e le indicazioni visive e sonore, fungendo da "film su carta". Essa costituisce il primo passo fondamentale per la realizzazione di qualsiasi opera cinematografica, televisiva o di videogiochi, guidando registi, attori e troupe nella trasformazione di un'idea in un prodotto visibile. 

3. sottotesto.

Il sottotesto è l'insieme dei significati, dei sentimenti e delle intenzioni che non vengono espressi esplicitamente nei dialoghi o nelle azioni, ma che emergono "tra le righe" attraverso il comportamento, i silenzi, il tono di voce, i gesti e il contesto della scena. Il sottotesto aggiunge profondità e complessità ai personaggi e alle situazioni, coinvolgendo il pubblico nell'interpretazione dei messaggi impliciti, rendendo l'esperienza cinematografica più ricca e coinvolgente. 

4. dialetto ( Dialetto )

L'insieme di varianti linguistiche (accento, cadenza, espressioni idiomatiche) legate alla provenienza geografica o al background culturale di un personaggio. Se usato con precisione, arricchisce l'autenticità e la specificità della sua voce.

5. conflitto.

Il motore fondamentale del dramma; l'opposizione che il protagonista deve affrontare. Si divide in due livelli che definiscono la storia: il conflitto esteriore (la trama, la lotta contro l'antagonista) e il conflitto interiore (l'arco del personaggio, la lotta contro il proprio difetto tragico).
Può essere:

  • interiore: la lotta psicologica, morale o emotiva del protagonista contro sé stesso (es. contro la propria paura, orgoglio, un trauma passato). Il superamento (o il fallimento) di questo conflitto determina l'arco di trasformazione del personaggio.
  • esteriore: l'ostacolo fisico o la forza antagonista che si oppone al protagonista e al raggiungimento del suo obiettivo. È ciò che genera la trama (l'azione, gli inseguimenti, le discussioni, le battaglie).

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