Nel reparto fotografia cinematografica, vedere l’immagine correttamente è tanto importante quanto crearla. La macchina da presa[3] cattura la luce, ma è attraverso strumenti di visualizzazione come monitor e viewfinder che il D.O.P., il regista e il team tecnico prendono decisioni creative precise, assicurando coerenza e qualità.
VIEWFINDER: LO SGUARDO DEL CAMERAMAN
Il viewfinder è uno schermo integrato nella macchina da presa che mostra in tempo reale[11] ciò che la camera sta riprendendo. Permette all’operatore di:
- Comporre l’inquadratura[4] con precisione.
- Valutare l’esposizione[5], il contrasto[12] e la profondità di campo[1].
- Seguire i movimenti dei soggetti e coordinare la macchina da presa.
Oggi molti viewfinder sono digitali (EVF – Electronic Viewfinder[2]) con overlay[14], informazioni grafiche sovrapposte all’immagine sullo schermo, utili per prendere decisioni rapide sul set:
- Istogramma[13]: mostra la distribuzione della luminosità dell’immagine, aiutando a evitare aree troppo scure o troppo chiare.
- Focus peaking[6]: evidenzia con colori brillanti le parti dell’immagine che sono a fuoco, rendendo più facile seguire soggetti in movimento o piani complessi.
- Zebra[15]: indica le aree sovraesposte della scena, aiutando a correggere l’esposizione senza dover controllare ogni volta il monitor esterno.
MONITOR SUL SET
I monitor esterni permettono a regista, assistenti, scenografi e produttori di vedere ciò che viene ripreso senza interferire con l’operatore camera. Si distinguono in:
- Monitor HD o 4K professionali, con alta fedeltà cromatica e calibrazione precisa.
- Video Village[7]: un’area con uno o più monitor dove l’intero team creativo può seguire il girato[16] in tempo reale.
SISTEMI DI CONTROLLO IMMAGINE (ON-SET IMAGE CONTROL)
Il controllo immagine on-set è fondamentale per garantire che ciò che viene girato corrisponda alla visione finale del film. Qui entrano in gioco figure come:
- Digital Imaging Technician (D.I.T.): applica LUT[17] (Look-Up Tables), verifica esposizione e colore, mantiene coerenza tra inquadrature.
- Video Assist[8]: distribuisce il segnale video ai monitor, registra versioni proxy[18] (file in bassa risoluzione[9]) del girato e permette revisioni immediate.
Questi sistemi permettono di anticipare eventuali problemi, correggere parametri di luce, colore e messa a fuoco e comunicare rapidamente le modifiche a tutto il team.
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L'area, misurata in distanza (da vicino a lontano), all'interno della quale gli oggetti in una scena appaiono nitidi e a fuoco. Una profondità di campo ridotta (tipica del Full Frame o di un diaframma molto aperto) isola il soggetto a fuoco dallo sfondo sfocato (bokeh). Una profondità di campo ampia mantiene a fuoco sia il soggetto che lo sfondo.
(EVF, Mirino Elettronico). A differenza di un mirino ottico, l'EVF è un piccolo display ad altissima risoluzione posizionato all'interno dell'oculare della camera. Mostra all'operatore l'immagine esatta proveniente dal sensore, permettendogli di vedere in tempo reale gli effetti di esposizione, bilanciamento del bianco e LUT, spesso arricchita da overlay tecnici.
macchina da presa: apparecchiatura utilizzata per registrare le immagini in un film o in una produzione video. Essa comprende il corpo principale della macchina, l’obiettivo, i meccanismi di registrazione e altri accessori necessari per catturare le immagini.
L'unità minima del linguaggio cinematografico. Tecnicamente, è la porzione di spazio (fisico o virtuale) delimitata dai bordi dell'obiettivo della macchina da presa. Nel montaggio, corrisponde a una registrazione continua tra due stacchi (tagli).
(exposure) Il parametro tecnico che definisce la quantità totale di luce che colpisce il sensore della macchina da presa. È determinata dal bilanciamento di tre fattori (il "triangolo dell'esposizione"): apertura del diaframma, tempo di posa (shutter speed) e sensibilità ISO. Un'esposizione corretta è tecnicamente impeccabile; una sotto-esposta è troppo scura, una sovra-esposta è troppo chiara.

