2.1 Il primo atto – Parte 1

di Patrick Milano

Il primo atto, comunemente definito fase di “setup” o impostazione, rappresenta la pietra angolare su cui si edifica l’intera narrazione cinematografica all’interno della struttura classica americana. Funzionando come la spina dorsale della sceneggiatura, questo segmento iniziale non si limita a dare avvio alla storia, ma ne stabilisce le fondamenta logiche ed emotive, introducendo i personaggi, delineando il conflitto e, soprattutto, catturando l’interesse irrevocabile dello spettatore. La sua importanza è tale che un primo atto debole o mal costruito può compromettere l’efficacia dell’intera opera, indipendentemente dalla forza degli atti successivi.

Il primo atto, pur essendo il più breve in termini di durata, ha il compito più denso e complesso. I suoi obiettivi primari possono essere sintetizzati come segue: 

  • Esposizione. È la funzione più evidente. Il primo atto deve rispondere alle domande fondamentali: chi è il protagonista? Cosa vuole? Dove e quando si svolge la storia? Perché la sua situazione è quella che è? Queste informazioni devono essere trasmesse in modo efficiente per permettere al pubblico di orientarsi nel mondo narrativo.
  • Presentazione del Protagonista. Al di là dei dati anagrafici, il primo atto deve stabilire un legame empatico tra il pubblico e il personaggio principale. Dobbiamo capire le sue motivazioni, le sue paure e le sue vulnerabilità per poterci immedesimare nel suo percorso.
  • Definizione del Conflitto Centrale. Sebbene il conflitto si sviluppi pienamente nel secondo atto, il primo atto deve piantarne i semi. Deve introdurre la domanda drammatica principale o il problema che il protagonista dovrà affrontare, creando una tensione iniziale.
  • Stabilire il Tono e il Genere. Le prime scene sono decisive per comunicare al pubblico la natura del film. Attraverso lo stile visivo, i dialoghi e la musica, lo spettatore capisce immediatamente se sta per assistere a una commedia, un thriller, un dramma romantico o un film d’azione. Questo “contratto” con il pubblico è essenziale per gestire le sue aspettative.
  • Coinvolgimento Emotivo (Hook): L’obiettivo ultimo è “agganciare” lo spettatore. Entro i primi 10-15 minuti, il pubblico deve avere una ragione valida per continuare a guardare. Questa ragione può essere un mistero intrigante, un personaggio affascinante o una posta in gioco emotivamente potente.

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