3.1 La manipolazione del tempo

di Patrick Milano

La gestione della cronologia è uno degli strumenti più potenti a disposizione di uno sceneggiatore. Mentre la narrazione lineare segue un ordine causa-effetto cronologico, la narrazione non lineare riorganizza gli eventi per ottenere specifici effetti drammatici:

  • Flashback e Flashforward. I flashback interrompono il presente per mostrare eventi passati, fornendo contesto, approfondendo la psicologia di un personaggio o rivelando informazioni cruciali. I flashforward mostrano eventi futuri, creando suspense e prefigurazione.
  • Strutture Frammentate e Anacronistiche. Film come Pulp Fiction o Memento utilizzano strutture narrative complesse che mescolano l’ordine temporale degli eventi. Questa tecnica sfida lo spettatore a ricostruire la storia come un puzzle, generando un coinvolgimento cognitivo ed emotivo più profondo e mettendo in discussione la percezione stessa della realtà e della memoria.

Il ritmo (pacing) è la velocità percepita con cui la storia si sviluppa. Gli sceneggiatori lo controllano attraverso diverse tecniche per manipolare la tensione e l’interesse del pubblico:

  • Compressione ed Ellissi Temporale. L’ellissi è il salto di periodi di tempo non essenziali alla narrazione, permettendo di concentrarsi sugli eventi più significativi e di accelerare il ritmo.
  • Espansione Temporale. Al contrario, una scena può dilatare un breve momento nel tempo (es. attraverso lo slow-motion o l’attenzione ai dettagli) per aumentare la tensione e l’impatto emotivo.
  • Montaggio. Una sequenza di montaggio comprime un lungo periodo di tempo in una serie di brevi inquadrature, mostrando un processo di cambiamento o di apprendimento in modo rapido ed efficace (es. un montaggio di allenamento).
  • Ticking Clock. Introdurre una scadenza imminente (una “bomba a orologeria”) è una tecnica classica per aumentare drasticamente la suspense e l’urgenza della narrazione.

È fondamentale distinguere tra tempo della storia (story time) e tempo dello schermo (screen time):

  • Lo Story Time è la durata totale degli eventi all’interno del mondo narrativo (ore, giorni, anni).
  • Lo Screen Time è la durata effettiva del film (solitamente tra 90 e 120 minuti).

La relazione tra queste due dimensioni è gestita attraverso le tecniche di ritmo menzionate sopra. Una sceneggiatura può raccontare una storia che dura decenni (story time lungo) in due ore (screen time breve) attraverso l’uso di ellissi e montaggi, oppure può far coincidere quasi perfettamente i due tempi, come nei film che si svolgono in “tempo reale”.

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