L’approccio registico nell’horror si concentra sulla creazione di suspense, tensione psicologica e un senso di ineluttabilità. L’allentamento della censura negli anni ’70 ha permesso una maggiore intensità nella visualizzazione della violenza, spostando il focus dalle ambientazioni gotiche a quelle contemporanee.
- Non aprite quella porta (1974, Tobe Hooper): Noto per il suo horror crudo e viscerale, ha influenzato il genere slasher, creando un senso di terrore attraverso l’atmosfera inquietante e la violenza implicita.
- La notte dei morti viventi (1968, George Romero): Un’opera seminale che ha inaugurato una nuova era dell’horror con la sua rappresentazione degli zombie, influenzando numerosi film successivi.
- Psycho (1960, Alfred Hitchcock): Un caposaldo dell’horror psicologico, che sfuma i confini con il thriller. La regia di Hitchcock utilizza suspense, psicologia dei personaggi e colpi di scena scioccanti per creare un’esperienza profondamente inquietante, anche senza gore esplicito.
- Halloween – La notte delle streghe (1978, John Carpenter): Un film slasher fondamentale che ha dato il via a una tendenza importante, con Carpenter che enfatizza suspense e un senso di ineluttabile terrore.
- Shining (1980, Stanley Kubrick): Un capolavoro che utilizza l’horror per una critica profonda della figura paterna e della società americana. L’approccio di Kubrick enfatizza la tensione psicologica, le immagini inquietanti e un senso di isolamento.
- L’esorcista (1973, William Friedkin): Ha dato origine a un intero sottogenere di film sui “posseduti”, spingendo i limiti con la sua rappresentazione esplicita della possessione demoniaca e del suo impatto psicologico.
- Alien (1979, Ridley Scott): Un film horror di fantascienza che crea un’atmosfera terrificante attraverso il design della creatura, l’ambientazione claustrofobica e un ritmo pieno di suspense.


